mercoledì 10 luglio 2013

L’Umberto I di Siracusa: il punto di vista dell’impresa a cui è affidata la gestione

A seguito alla visita della parlamentare Sofia Amoddio avvenuta lo scorso 7 Luglio, e a seguito delle denunce delle irregolarità nella situazione riguardante l'accoglienza presso l’Umberto I, centro di transito per i migranti che sbarcano quotidianamente sulle coste del siracusano, abbiamo contattato Giampiero Parrinello, responsabile della Clean Service di Siracusa, impresa di pulizie alla quale è affidata la gestione dei servizi d’accoglienza della suddetta struttura.

Il signor Giampiero, stanco delle notizie che circolano sulla struttura e non contento di una pubblicità negativa emersa dalle informazioni riportate dai mass media locali, che addebiterebbero esclusivamente alla gestione della Clean Service i problemi sollevati, ci spiega che l’Umberto I di Siracusa – che precisa come non si tratti né di SPRAR, né di un CIE, CARA o CSPA – era già stato affidato alla loro gestione durante l’Emergenza Nord Africa a partire dall’ 1 luglio 2012 tramite la Protezione Civile. A partire poi dal novembre 2012, in vista della fine dell’Emergenza (prevista per il 31 dicembre dello stesso anno) l’impresa ha raggiunto un accordo con la Prefettura in virtù del quale attraverso un verbale di affidamento del singolo ospite loro forniscono il relativo servizio. Al momento non esiste dunque una convenzione né un contratto. Pertanto, non esiste un termine di scadenza dell’accoglienza affidata alla Clean Service, che resta alla mercè delle disposizioni impartite dalla Prefettura. 
Il Signor Giampiero ci informa che la Clean Service si occupa di fornire alloggio, pasti ( attraverso un servizio di catering esterno) e vestiario in situazione di prima accoglienza e che gli ospiti destinati alla struttura dovrebbero permanere per il tempo strettamente necessario alla loro identificazione per poi essere trasferiti presso altre strutture più idonee. Ma nella realtà dei fatti gran parte degli ospiti, in luogo di quei 2- 3 giorni necessari all’espletamento di tali procedure, permangono anche per mesi interi.
Il signor Giampiero riferisce di essere in difficoltà nel gestire la struttura e ciò perché oltre ai tempi non ben definiti di permanenza degli ospiti presso la struttura, non è presente un servizio di  sicurezza in pianta stabile, così come non esiste un servizio legale né è prevista la presenza di mediatori culturali. Ancora ci riferisce che le difficoltà derivano anche dalla presenza di numerosi minori non accompagnati - ad oggi in numero di 15 - che non potrebbero neanche essere accolti all’interno della struttura. Ancora, la Clean Service lamenta il ritardo nel percepire il pagamento delle loro spettanze per il servizio reso ed in particolare che, se per l’accoglienza di un minore presso un servizio SPRAR la diaria ammonta a circa 70 euro per ciascun ospite, l’impresa dell’Umberto I ne percepisce appena 25.
 Le difficoltà poi riguardano anche il numero degli ospiti presenti e la gestione degli ingressi e delle uscite dalla sede d’accoglienza. Sebbene i nuovi arrivati vengano dotati di tesserini che permettono loro di uscire e rientrare all’interno della struttura ed i pasti vengano serviti attraverso un modulo di identificazione,  non sono infrequenti gli allontanamenti volontari dei migranti dalla struttura, circostanza che costringe la conta quotidiana degli ospiti e le relative informazioni da inoltrare alla Prefettura. Il sig. Parrinello lamenta inoltre che molti ospiti non si premurano di utilizzare il proprio tesserino ed altri fanno rientro al centro dopo essersi allontanati per lungo tempo. Infine, ci riferisce che sono diversi i minori non accompagnati che  dopo il loro collocamento presso altre strutture sul territorio regionale, avrebbero fatto ritorno all’Umberto I.


La redazione di Borderline Sicilia