lunedì 24 marzo 2014

Minori stranieri non accompagnati, accoglienza insostenibile in Sicilia


Redattore Sociale: Il comune più colpito dai flussi è Augusta, che ne ha presi in carico 150 al Palazzetto dello Sport. Altri 230 distribuiti nelle strutture di Floridia, Portopalo e Priolo, al limite massimo della capienza. Graceffo, Bordeline Sicilia onlus: “Andrebbero distribuiti in altre realtà italiane”.
PALERMO – Le strutture di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati in Sicilia sono tutte stracolme e per fronteggiare il bisogno che continua a crescere sono state allestite altre realtà provvisorie. Nell’ultimo periodo, a fare i conti maggiormente con un flusso di minori stranieri straordinario è stato il piccolo comune di Augusta, in provincia di Siracusa, che ha allestito il suo Palazzetto dello Sport della frazione di Brucoli, accogliendo per il momento 150 minori stranieri. Secondo quanto riferisce il comune, che in questo momento è pure commissariato perché sciolto per mafia, oltre al palazzetto comunale, altri 230 minori sono distribuiti nelle strutture di prima accoglienza degli altri comuni vicini di Floridia, Portopalo (Pachino) e Priolo, realtà che sono arrivate al massimo limite numerico per quanto riguarda la loro capienza.
Il comune di Augusta non riesce a gestire questo tipo di emergenza e per questo lancia un appello affinché il flusso di giovani migranti non accompagnati possa essere distribuito in altri luoghi. La situazione è insostenibile, infatti, sia per gli abitanti di Augusta che stanno facendo il possibile che  per questi stessi ragazzi stranieri che hanno bisogno di tutto: vestiario, medicine.



I minori stranieri non accompagnati, subito dopo il loro arrivo e la presa in carico da parte del comune, dovrebbero rimanere solo un paio di giorni, prima di essere trasferiti nei posti Sprar, se sono richiedenti asilo, o nelle comunità alloggio distribuite su tutto il territorio italiano e non solo siciliano. Invece i tempi si allungano a dismisura e le comunità ospitanti sono perennemente al collasso. Per questo motivo l’amministrazione comunale di Augusta ha scritto al ministero del lavoro e delle politiche sociali, informando anche il Ministero dell’interno “perché si crei una cabina di regia centrale, che possa regolamentare lo smistamento dei minori in comunità del territorio nazionale”. Nel caso di Augusta a causa delle note condizioni delle casse comunali, il problema riveste anche una sorta di emergenza nell'emergenza. Infatti secondo quanto prevede il piano di accoglienza dei minori non accompagnati previsto dalla prefettura, i migranti minori sono a carico del comune, sia quando sono ospitati in città, sia quando sono trasferiti in centri d'accoglienza predisposti.

“Quello dei minori è un problema che si ripropone periodicamente e che non si riesce a risolvere – dice Germana Graceffo, di Bordeline Sicilia onlus -. In primo luogo questi ragazzi dovrebbero, in tempi brevi, essere trasferiti in strutture appositamente predisposte (Sprar e comunità alloggio), ma invece rimangono a lungo in luoghi dove non dovrebbero stare a causa della mancanza dei posti sul territorio. I centri siciliani sono strapieni ma il dovere dell’autorità competenti dovrebbe essere quello di distribuirli in altre aree italiane – continua la militante di Bordeline Sicilia  -. E’ un sistema che non può funzionare perchè non solo non offre garanzie idonee ma  espone a tutti i tipi di rischi i minori che scappano senza sapere cosa fare e dove andare. I minori, accolti in strutture non adeguate, arrivano a starci anche 7 mesi, cosa che non è ammissibile da uno Stato che parla di accoglienza”.

“Il quadro siciliano poi delle comunità di accoglienza dedicate ai minori, sul piano gestionale organizzativo, fatta eccezione per qualche centro, è molto carente. Le deficienze maggiori sono in provincia di Agrigento, discrete le strutture nel ragusano, buona quella presente a Mazzarino. Mancano spesso i mediatori culturali e l’improvvisazione nell’Isola è all’ordine del giorno. I ragazzi, inoltre, dovrebbero essere inseriti in percorsi di inserimento scolastico o lavorativo che, in buona parte del casi, non avvengono”. “Storicamente, poi,  la gestione di questi centri per minori è affidata a cooperative e realtà non sempre trasparenti da dove, spesso, purtroppo i minori alla fine scappano. Quando, per esempio, ne inseriscono in alcune strutture in massa anche 30, non sempre della stessa nazionalità, gli stessi poi  si disperdono scappando e liberando alcuni posti. L’inserimento, in strutture di accoglienza di minori di diverse nazionalità crea inevitabilmente delle tensioni che sfociano a volte anche in vere e proprie risse”.

I minori stranieri non accompagnati che scappano, in transito per l’Italia, rischiano di diventare, molto facilmente, facili prede di giri di sfruttamento sessuale, traffico di organi e criminalità di vario livello. Il deputato regionale del Megafono Gianbattista Coltraro ha presentato anche una mozione al presidente della regione Rosario Crocetta “affinché si possa attivare da subito la rete regionale per l'infanzia e l'adolescenza perché predisponga uno specifico Piano regionale per i minori stranieri non accompagnati, con un preciso iter procedurale, non di sola emergenza, bensì strutturato e lungimirante, all'interno del quale, dopo una prima fase di soccorso temporanea e di breve durata, in strutture preordinate, non arrangiate, segua un piano preciso di collocazione dei minori stranieri non accompagnati”. (set)

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