martedì 6 maggio 2014

38 famiglie siriane al PalaNebiolo, i volontari confezionano “kit” d'emergenza

Da tempostretto
Ancora famiglie. Ancora bambini. Sono 38 i nuclei familiari arrivati ieri pomeriggio al PalaNebiolo, dopo essere sbarcati a Catania nella mattinata di lunedì. Le famiglie, per la maggior parte siriane, sono state sistemate nuovamente nel Palazzetto Sportivo del PalaNebiolo, con la promessa di essere trasferite in luoghi più idonei in non più di dodici ore. Il tempo di una notte, dunque. Nessun minore non accompagnato, stavolta. Gli adolescenti dello sbarco avvenuto a Catania, per la maggior parte Eritrei ed Egiziani, sono stati collocati in strutture adatte direttamente sul posto.


L’assessore ai servizi sociali Antonino Mantineo si era premurato, comunque, di trovare una struttura idonea anche in città, nel caso venissero trasferiti  i minori non accompagnati insieme alle famiglie siriane. Dopo lo sbarco nel porto della città Etnea, da una nave militare impegnata nell’operazione Mare Nostrum, i profughi sono stati direttamente identificati.
Intanto, si è rimessa in moto la macchina di solidarietà per recuperare indumenti e generi di prima necessità da distribuire ai rifugiati, soprattutto nel caso in cui ci fossero bambini, come avvenuto nell’ultimo sbarco. In prima fila anche in questa operazione l’esperta del Comune, Clelia Marano, insieme all’assessore Filippo Cucinotta. Ieri sera, un gruppo di volontari ha lavorato sino a tardi per preparare “kit” per uomo, donna e bambini, ciascuno dei quali conteneva due cambi e biancheria intima. Cibo e vestiti sono stati offerti anche alle famiglie siriane che hanno scelto di proseguire il loro viaggio allontanandosi dal PalaNebiolo, per raggiungere soprattutto la Germania e il Nord Europa.
Nel frattempo, partono in  questi giorni i sopralluoghi prefettizi nelle strutture proposte dai quattro partecipanti all’ultimo bando per individuare un luogo più idoneo volto alla prima accoglienza. Le strutture sono tre della provincia ed una a Messina con una disponibilità di 150 posti. Si tratta probabilmente di ex Ipab e a queste strutture si è volto il pensiero di molti, in questi giorni in cui l’intera Sicilia si trova nella condizione di ricercare luoghi per la prima accoglienza dei migranti. L’utilizzo delle Ipab, ipotizzato dallo stesso assessore Mantineo nei mesi scorsi, è stato proposto recentemente anche dal Comune di Palermo.

 Eleonora Corace